Roma, adagio

La collana Gli Adagi di Enrico Damiani editore la conosco dalla prima uscita, quella dedicata a Milano, e da subito ho pensato che non poteva che essere un segno del destino: ho vinto allora la mia proverbiale ritrosia, la mia ricorrente sindrome dell'impostore, la mia incurabile pigrizia e il mio risaputo pessimismo e, scrivendo una mail all'ufficio stampa, ho (in una maniera che spero sia suonata disinvolta) scritto qualcosa che suonava più o meno "ah ma che bella questa collana, se non avete ancora pensato a un libro dedicato a Roma mi piacerebbe occuparmene". 

"Ma certo che si abbiamo pensato, è già in lavorazione!" mi hanno risposto gentilmente (suvvia, confessatelo che in realtà il sottotesto era "ma per chi ci hai preso?") e, in effetti, dopo qualche tempo il libro mi è effettivamente arrivato Roma Adagio. La città eterna, la città quotidiana. L'autore - evidentemente non io - è Francesco Erbani, che è stato per venticinque anni caposervizio delle pagine culturali a La Repubblica, e che attualmente collabora con Internazionale e L’Essenziale. Ah, non è tutto: insegna Giornalismo culturale al Master di Editoria, giornalismo e management culturale dell’Università di Roma La Sapienza. Insomma, direi che leggendo il suo curriculum la mia sindrome dell'impostore ha avuto una ricaduta...ma non siamo qui per parlare di me. Il libro mi ha conquistata più o meno dalle prime pagine, quando menziona la Sora Lella; poi mi ha definitivamente stesa con la passeggiata a monte Ciocci. Sì, questo è quello che ci vuole per godersi la città da un punto di vista diverso. E per farlo adagio.