dom

24

set

2023

#lestoriedellarte - Il Palatino

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sab

23

set

2023

Sette giorni a Roma - 23 settembre

Primo fine settimana d'autunno (anche se, almeno mentre scrivo questo post, non si direbbe) e tanti eventi in programma in città. Io non me ne godrò nemmeno uno: immaginatemi chiusa a casa, a scrivere il podcast e la newsletter, e a finire il libro che dovrò consegnare tra una manciata di giorni. Tifate per me, e andiamo avanti con le notizie:

Al cinema Quattro Fontane arrivano i classici: da domani (e fino al 30 giugno) è in programma la proiezione dei classici dello schermo; 

fino a domenica all'Acquario Romano di piazza Manfredo Fanti c'è Ortiflora Expo: forse è l'occasione per sperare di comprare piantine che non periscano in un fiat, o almeno capire perché lo facciano; 

molto utile la mappa di Roma Today che aiuta a orientarsi nel traffico romano in un periodo di cantieri

il comitato di Monte Ciocci (mai stati al parco? Organizzate una passeggiata al più presto, scoprirete Roma da occhi diversi) chiede al Comune più spazio per gli orti urbani; 

da qualche tempo chi si concederà una pizza dalle parti del Cupolone lo farà sotto lo sguardo bonario di papa Gregorio.

Buon fine settimana 

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ven

22

set

2023

Jajjhhikekkkmmmmm

Ho pensato che se mi va male col nuovo libro posso sempre diventare medico. La scrittura illeggibile già ce l'ho.
Ho pensato che se mi va male col nuovo libro posso sempre diventare medico. La scrittura illeggibile già ce l'ho.
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gio

21

set

2023

Il bronzo e il suo doppio

Quando vedo antichi ritratti, oppure ex voto come quelli di san Casciano che sono esposti (ancora per qualche giorno) al Quirinale, mi chiedo sempre che vita abbiano avuto, se siano stati felici, se dopo il voto che hanno fatto la loro vita è continuata senza problemi o se hanno avuto - nonostante il ricorrere agli dei - i loro acciacchi e arrabbiature.  E poi mi sono accorta, scattando questa foto, che il tizio in bronzo in primo piano sta benissimo, talmente bene da vivere ancora oggi: ditemi infatti voi se il profilo del ragazzo che si vede sullo sfondo, con la testa tonda e le orecchie un po' sporgenti, non è proprio lui, arrivato dall'Etruria direttamente sul Colle.
Quando vedo antichi ritratti, oppure ex voto come quelli di san Casciano che sono esposti (ancora per qualche giorno) al Quirinale, mi chiedo sempre che vita abbiano avuto, se siano stati felici, se dopo il voto che hanno fatto la loro vita è continuata senza problemi o se hanno avuto - nonostante il ricorrere agli dei - i loro acciacchi e arrabbiature. E poi mi sono accorta, scattando questa foto, che il tizio in bronzo in primo piano sta benissimo, talmente bene da vivere ancora oggi: ditemi infatti voi se il profilo del ragazzo che si vede sullo sfondo, con la testa tonda e le orecchie un po' sporgenti, non è proprio lui, arrivato dall'Etruria direttamente sul Colle.
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mer

20

set

2023

Il blog e la fame

C'è un libro di Grace Paley che si intitola Volevo scrivere una poesia, invece ho fatto una torta. Ecco, stavolta ho pensato proprio a lei perché anche io dovevo scrivere il post di oggi, ma invece - visto che avevo fame - mi sono messa a preparare la schiscetta per il pranzo di oggi e ho spadellato (versando un poco di ingredienti a caso, fino ad ottenere il composto desiderato) dei pancake alla farina di ceci che ho scoperto mi vengono benissimo, in ogni caso. E no, non sto per confessarvi che a breve questo blog diventerà un blog di cucina (ma chissà, le vie del web sono infinite, e io ho già in mente in paio di cambiamenti per il prossimo anno), ma dosando e rimestando ho pensato che il post di oggi poteva sì, essere dedicato proprio alla cucina, e a un poeta che ha consacrato addirittura un suo sonetto alla cucina del papa. Lui è Giuseppe Gioacchino Belli e i suoi versi, oltre che la cucina del romano pontefice, rimandano a quella di un altro romano celebre: Lucullo. Cosa me lo fa dire? Leggete prima il sonetto (e mi raccomando, leggetelo ad alta volte che sennò non si capisce, anche se siete nati dentro il Gra):

 

Co la cosa ch’er coco m’è ccompare

M’ha vvorzuto fa vvéde stammatina

La cuscina santissima. Cuscina?

Che ccuscina! Hai da dí pporto de mare.

Pile, marmitte, padelle, callare,

Cossciotti de vitella e de vaccina,

Polli, ova, latte, pessce, erbe, porcina,

Caccia, e ‘ggni sorte de vivanne rare.

Dico: «Pròsite a llei, sor Padre Santo».

Disce: «Eppoi nun hai visto la dispenza,

Che de ggrazzia de Ddio sce n’è antrettanto».

Dico: «Eh, scusate, povero fijjolo!

Ma ccià a ppranzo co llui quarch’Eminenza?»

«Nòo,» ddisce, «er Papa maggna ssempre solo.»

 

Adesso capite perché ho subito pensato a Lucullo, il generale romano rimasto famoso, più che per le sue conquiste, per i suoi banchetti? La tradizione racconta infatti che una volta il nostro eroe, al quale evidentemente l'appetito non faceva difetto, si lamentò coi suoi cuochi del pranzo che gli avevano servito, troppo scarso per i suoi standard. E quando quelli gli fecero notare che non avevano preparato niente di particolare perché sapevano che quel giorno avrebbe mangiato da solo lui, un po' stizzito (provateci voi ad alzarvi da tavola ancora con la fame): "ma come, non sai che oggi Lucullo cena con Lucullo?"

 

La morale è che Roma è sempre uguale a se stessa, nonostante il trascorrere dei secoli. È il Gattopardo: cambia tutto, ma tutto resta uguale. 

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