Che si mangia oggi?

Nonostante la buona educazione raccomandi di non fare storie quando si è invitati a pranzo da qualcuno (e io mi sforzo tanto, soprattutto quando mi presentano una ricetta cucinata con orgoglio con un determinato ortaggio che proprio non mi va giù), pranzare assieme a un antico romano poteva ben giustificare uno strappo alla regola. Perché passi il garum, che nessuno ha mai capito come fosse effettivamente preparato, ma la cui descrizione oscilla pericolosamente tra qualcosa di simile alla nostra colatura di alici e una poltiglia di pesce andato a male, passi il vino che non doveva essere nemmeno lontanamente parente di quello che beviamo oggi, ma - francamente - vedersi servire un piatto a base di carne di ghiro, di cane, lingue di uccello o qualche interiora non meglio identificata (ed è meglio, credetemi, non scendere troppo nei dettagli) potrebbe oggi far passar la fame a chiunque.


Imperturbabile e fermo nel suo proposito, Mauro Poma (e il suo stomaco di ferro, evidentemente) ha passato in rassegna l'intero menu dell'antica Roma e ne ha tratto un nuovo libro: Il cibo nell'impero. L'arte della cucina nell'antica Roma, da poco uscito per Mondadori. Non solo la tavola, ma tutto quello che gli gira attorno: credenze e superstizioni, falsi miti e realtà storiche, fatterelli di vita quotidiana e la grandiosità degli acquedotti antichi, qui dentro c'è tutto. E, come in una ricetta ben riuscita, ogni ingrediente, ogni capitolo esalta l'altro, e alla fine della lettura resta ancora un po' di fame (ma di sapere), tanto da voler essere sfacciati e chiedere un bis.