Le dediche

Quando Valentina mi ha chiesto quali fossero le differenze tra lo scrivere un libro come 365 giorni a Roma (ne abbiamo parlato insieme sabato al @caffenemorense , e la ringrazio ancora per essere stata con me anche in questa occasione) e un romanzo ci ho pensato un po' su e ho concluso che - in fondo - quando uno scrive un romanzo può far capitare tutto quello che vuole.   Un autore, nel suo romanzo, ha potere di vita e di morte su tutti i suoi personaggi. O almeno è quello che pensavo: poi succede (o almeno così sta succedendo a me, mentre lavoro al nuovo libro) che i personaggi abbiano vita propria, e io non devo fare altro che rincorrerli tra le pagine.  Alla fine ho capito che c'è solo una cosa davvero ardua da scrivere, che mi lascia con l'ansia della pagina vuota per minuti interminabili: sono le dediche a chi compra il mio libro e me lo porge con un sorriso dicendomi il nome. Io a quel punto sorrido a mia volta, non ricordo il nome che mi hanno appena detto, firmare solo mi sembra poca cosa e allora mi lancio in voli pindarici che, a leggerli una volta tornati a casa, sono sicura già non hanno più senso. Siate clementi allora, voi che avete comprato il mio libro, con le dediche sconclusionate che vi ho lasciato. So fare di meglio
Quando Valentina mi ha chiesto quali fossero le differenze tra lo scrivere un libro come 365 giorni a Roma (ne abbiamo parlato insieme sabato al @caffenemorense , e la ringrazio ancora per essere stata con me anche in questa occasione) e un romanzo ci ho pensato un po' su e ho concluso che - in fondo - quando uno scrive un romanzo può far capitare tutto quello che vuole. Un autore, nel suo romanzo, ha potere di vita e di morte su tutti i suoi personaggi. O almeno è quello che pensavo: poi succede (o almeno così sta succedendo a me, mentre lavoro al nuovo libro) che i personaggi abbiano vita propria, e io non devo fare altro che rincorrerli tra le pagine. Alla fine ho capito che c'è solo una cosa davvero ardua da scrivere, che mi lascia con l'ansia della pagina vuota per minuti interminabili: sono le dediche a chi compra il mio libro e me lo porge con un sorriso dicendomi il nome. Io a quel punto sorrido a mia volta, non ricordo il nome che mi hanno appena detto, firmare solo mi sembra poca cosa e allora mi lancio in voli pindarici che, a leggerli una volta tornati a casa, sono sicura già non hanno più senso. Siate clementi allora, voi che avete comprato il mio libro, con le dediche sconclusionate che vi ho lasciato. So fare di meglio