Le case degli altri

Ormai il mercoledì sta diventando il giorno delle confessioni, e allora pure oggi confesso: non guardo molto la televisione (non per snobismo, ma perché spesso mi addormento ancor prima che cominci la prima serata), ma quando trovo un programma che mi piace potrei guardarlo e riguardarlo all'infinito: succede con (quasi) tutti i programmi di cucina e con - da qualche tempo - Casa a prima vista che danno su Real Time più o meno all'ora di cena (e che finisce quando a me viene sonno, il che è di certo un valore aggiunto).

Funziona così: ci sono tre agenti immobiliari, a Roma o a Milano, che cercano la casa perfetta per l'acquirente di turno. Si vedono tutti gli appartamenti (alcuni stupendi, altri decisamente no) e poi quello sceglie tra i tre. A me non importa tanto sapere quello che sceglie - di solito in quel momento sono in bagno a lavarmi i denti - ma amo vedere quali appartamenti vengono proposti, come sono disposti, a che piano solo, se hanno il terrazzo o il bagno cieco, la cabina armadio o se lo stabile ha l'ascensore (incredibile quanti vogliano acquistare una casa senza ascensore, e lo dico anche se io faccio sempre le scale: ma come vi viene in mente?). 

Quando ho letto allora dell'uscita - per Rizzoli - del nuovo libro di Andrea Carandini e Carlo Carafa, Tetti degni di un Dio. Fantasie e delizie dell'architettura abitativa dei Romani, io mi sono immaginata questi due grandi archeologi andare in giro per la città mostrando a potenziali acquirenti quella che secondo loro sarebbe stata la casa perfetta per le esigenze di ognuno. Per esempio, Nerone ha bisogno di uno spazio in cui organizzare aperitivi e cene con gli amici? Ci sarebbe un ampio loft dalle parti di Colle Oppio, finemente ristrutturato. Livia ama le piante ma non ha il pollice verde? Ecco per lei uno straordinario giardino dipinto. Augusto vorrebbe grandeggiare, ma senza dare troppo nell'occhio? Abbiamo giusto giusto le chiavi di una casetta sul Palatino. Come dite, le cose non stanno proprio così? Ma non è forse nel rendere più accessibili concetti e temi dell'antichità che questa si comprende meglio? Non fraintendetemi: il monumentale volume di Carandini e Carafa e un serio e documentato studio sulle abitudini di vita dei romani antichi, ma perché, una volta compresa l'importanza di certe domus cittadine non mi posso immaginare Cicerone al momento del rogito? Chissà quanti cavilli avrà tirato fuori...