Nella lista dei desideri

Tra le cose che preferisco - e forse ve l'avrò già detto - c'è guardare le vetrine dei negozi ancora chiusi. E non perché sia spilorcia e non voglia spendere (ma confesso che un po' spilorcia in realtà lo sono) ma perché non c'è gente in giro, l'aria è fresca e frizzantina, posso scegliere un bar dove prendermi un caffè, salutare i canetti che escono coi loro padroni per la pipì mattutina (i cani, non i padroni).


E quindi cammino e guardo, guardo e fotografo, osservo e cammino. Per esempio, l'altro giorno ho adocchiato un paio di sandaletti celesti (ancora sto pensando se comprarli o meno, ma d'altronde ve l'ho detto che sono un po' spilorcia) e poi questo bel libro, che mi interessa per due motivi: mi piace andare in giro per Roma e mi piace andare in bici. Anche se non è stato sempre così, almeno per quanto riguarda il fattore due ruote.


Vi racconto una cosa: dopo aver comprato la mia bici verde acqua sono passata, mio malgrado, da porta Maggiore e ho pensato, fendendo le auto, che non sarei arrivata a casa sulle mie gambe quella sera. Ci sono arrivata: da allora pedalare in città mi piace ogni giorno di più. Per questo sono curiosissima di leggere questo Roma in bici. Un museo all'aperto di José M. Carcione e pubblicato qualche mese fa dalle Edizioni Il Lupo. Novantadue percorsi e 320 chilometri (ma da non farsi tutti assieme, per carità) per scoprire la città e i suoi dintorni dall'altezza di un sellino. Fidatevi, basteranno poche pedalate e non vorrete più scendere.