Le romane

Hanno scritto libri sulle milanesi, sulle parigine poi, e sul loro modo di essere così chic senza sforzo, esiste una intera bibliografia. Perché nessuno aveva ancora pensato alla romana? Perché detta così ha tutta l'aria di essere una pizza, direte voi, il che è in parte vero. Perché poi non esiste una sola romana ma, come Pilar Fogliati insegna, una romana per ogni quartiere di Roma: c'è quella della borgata, quella della Balduina, quella che arriva in città dall'estrema periferia, conoscendo a menadito orari e deviazioni dei treni regionali, e poi tante e tante altre. Un libro solo forse non basta - meglio una enciclopedia - ma intanto qualcuno ci ha provato. E, visto che almeno in un paio di occasioni ci sono capitata davanti entrando il libreria, ho deciso di mettermi a leggiucchiare tra un appuntamento e l'altro questo Le romane. Dietro le quinte della città eterna, di Roberta Petronio e Laura Pranzetti Lombardini (Gribaudo, con le illustrazioni di Aldo Sacchetti). Chi sono allora queste romane?


"Sono mediamente solari, e a volta 'sopra le righe' per necessità (provateci voi a vincere ogni giorno la gara con una scenografia come quella di Roma) ma non cadete nell'ingenuità di pensare che siano superficiali"


Le romane sono così perché sono di Roma: è la città che le ha forgiate, che ha insegnato loro a non prendersi troppo sul serio, perché il confronto con la città eterna sarebbe impietoso, hanno imparato ad essere flessibili e cavalcare l'onda dell'imprevisto (leggi, per esempio, traffico sul Lungotevere), sanno improvvisare e sono generalmente di buon cuore, ma non perdono occasione per spettegolare un po' dopo una serata tra amiche. E poi sanno dove andare a comprare fiori per una serata speciale, qual è il luogo migliore per concedersi una lenta colazione o regalarsi un pic nic nel verde, dove acquistare gioielli davvero speciali o polpettoni buonissimi. Una romana, insomma, è una, nessuna e centomila.