Dipingere sulla pietra

Scema io che, al calduccio sotto la coperta, mi interrogavo su quale sarebbe stato l'argomento del post di oggi. Il mio nuovo libro, 365 giorni a Roma? Suvvia, non esageriamo (ma se volete lo trovate qui); le cose da fare in città quando è freddo? Sarebbe stato un argomento perfetto per novembre (e non è detto che non ve lo propini prima o poi) ma il fatto è che non fa ancora freddo. Insomma, mi rodevo e pensavo, pensavo e mi rodevo quando il telefono ha fatto drin. E nel messaggio che mi è arrivato c'era un ritrattino di Filippo Strozzi realizzato da Francesco Salviati attorno alla metà del Cinquecento. Qual è la particolarità di questo ritrattino? Il fatto che si tratti di un dipinto realizzato su pietra, tecnica antica (ne parla il solito Plinio il vecchio) ma riscoperta proprio nel XVI secolo, pare da Sebastiano del Piombo che per primo la utilizzò - con profitto -  in epoca moderna. Se siete curiosi di scoprirne di più di questa tecnica, o se volete semplicemente riempirvi gli occhi di opere bellissime e sorprendenti, non dovreste perdere la mostra Meraviglie senza tempo. Pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento, ospitata (fino al 29 gennaio 2023) dalla Galleria Borghese. Oltre sessanta opere provenienti da musei italiani e stranieri, e in qualche caso da collezioni private che invidio profondamente, da piccole opere devozionali (quasi degli amuleti) ai ritratti, dai dipinti che usano la pietra scura come supporto per creare affascinanti paesaggi notturni fino agli arredi decorati in pietre dure: tutto qui dentro parla di come, attraverso una tecnica insolita ma potenzialmente indistruttibile, i pittori abbiano pensato di conquistare l'immortalità con meraviglie davvero senza tempo. E, se ancora siamo qui a parlarne, di certo di sono riusciti.