Quando mi hanno proposto di visitare il palazzo Lateranense, quello accanto a san Giovanni in Laterano, non ho potuto dire di no: la mia ultima (e unica) visita risale a una ventina di anni fa - fa quasi impressione dirlo - e i ricordi erano decisamente confusi. Stavolta invece, approfittando di una giornata di formazione per le guide turistiche, ho seguito la visita condotta da due suorine (elegantissime nel loro abito verde bottiglia) che con grande entusiasmo e competenza hanno raccontato la storia di un luogo cardine della chiesa romana. Il palazzo Lateranense prende infatti il posto dell'antico patriarchio, la residenza dei papi del Medioevo che - in pessime condizioni di conservazione - venne abbattuto quasi totalmente da Sisto V, che decise di lasciare in piedi solo il sancta sanctorum con la scala santa e il cosiddetto triclinio leoniano (altro non è che la sala da pranzo dei papi). Il resto è tutto nuovo: l'appartamento pontificio, la cappella privata del papa, lo scalone che porta direttamente dentro san Giovanni, le finestre dalle quali si gode di un panorama unico sull'obelisco, la sala dei papi, quella in cui furono firmati i patti lateranensi. Proprio qui, lasciate cadere casualmente qua e là, delle belle pere succose che a prima vista non sembrano avere nessun significato particolare. Ma solo a prima vista: quando ci si accorge che sono praticamente dovunque, allora si comprende che sono una celebrazione non troppo nascosta del committente di quel luogo, papa Sisto, che di cognome faceva appunto Peretti. Elementare, Watson.