Le mani

A cosa pensavate l'ultima volta che siete passati da piazzale Ostiense? Forse eravate in macchina, e gridavate improperi verso tutti gli altri automobilisti fermi al semaforo, oppure eravate pedoni a quello stesso semaforo, e aspettavate il verde per potervi fiondare verso la metropolitana, oppure eravate in città da turisti e cercavate un modo per entrare nella Piramide, o siete andati in cerca di nomi celebri al cimitero acattolico. In ogni caso, avrete probabilmente trascurato un monumento che in effetti tende a passare inosservato in mezzo a tanto trambusto. Accanto al chioschetto di fronte alla Piramide c'è invece Tutti Potenziali Bersagli: si tratta di un'opera recente, arrivata qui nel 1995 per ricordare tutte le vittime dell'Olocausto. Semplice nel concetto, ma di grande impatto: cinque silhouette dalle mani incatenate e, subito dietro, cinque sagome ritagliate nello specchio, in modo che chiunque passi possa rendersi conto che un giorno l'orrore potrebbe tornare, sempre che non lo abbia già fatto.

Vi lascio con le parole del pastore e teologo tedesco Martin Niemöller, deportato a Dachau ma sopravvissuto per raccontare quello che era stato l'orrore della guerra. Meditate che questo è stato:

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare"