Il fotografo della felicità

In fondo, Jacques Henri Lartigue era un predestinato: suo papà gli regala infatti una macchina fotografica che non ha nemmeno otto anni.  E da allora, sapete come sono i bambini, ha fatto foto a tutti quelli che ha incontrato sulla sua strada, alla governante, agli zii, ai genitori, al fratello, alle macchine da corsa, alle donne eleganti della Parigi di inizio Novecento, ai cappellini, alle partite di tennis, ai cacciatori di farfalle. E lo ha fatto sempre, fino a che non è arrivato a novant'anni, conservando lo stesso sguardo da bambino, la stessa voglia di giocare (chiedetelo alla moglie Bibi, che fotografa - durante il viaggio di nozze! - seduta sul gabinetto), la stessa ironia. Lartigue, e dalle foto esposte al WeGIl di largo Ascianghi si capisce in un battibaleno, ha quel dono delicato e gentile di fare foto che mettono allegria: fu forse folgorato da questo sguardo divertito John Szarkowski, il mitico direttore del dipartimento di fotografia del MoMa di New York, che nel 1963 decise di esporre le sue fotografie. Pensate che fino ad allora era più conosciuto che come pittore che come fotografo...cosa ci saremmo persi se l'opera di Lartigue non fosse mai arrivata nella Grande Mela? Forse, ecco forse sì, saremmo stati un pochino meno felici.