Bruto ma buono

L'ultima volta che sono stata ai musei Capitolini, con la mia amica (tutte e due serissime storiche dell'arte, voglio precisare) abbiamo convenuto che sì, il Bruto capitolino è proprio il più bello che ci sia. Partiamo dai dati certi: datato al IV o III secolo a.C., il cosiddetto Bruto è tale solo per convenzione, visto che è indicato così praticamente da sempre (il busto entra in collezione nel 1564 a seguito di una donazione del cardinale Pio da Carpi). Che sia però effettivamente Giunio Bruto, il primo console romano, beh, questo non lo si potrà mai stabilire con certezza. Quel che è certa è la straordinaria qualità del busto  e la perfetta resa del volto dalle guance un poco scavate, la barba corta, lo sguardo intenso e le rughe della fronte: un ritratto certamente, considerata oltretutto la maestria degli artisti romani, specializzati nel genere che più di tutti permetteva la celebrazione delle doti di quelle personalità che hanno fatto grande la storia di Roma. Curiosità: per qualche anno Bruto fu in vacanza a Parigi: nel 1797 fu infatti portato in Francia assieme ad altri pezzi della collezione capitolina, e tornò a casa solo nel 1815.