Dentro il Pantheon

L'ha costruito Agrippa, ma in maniera del tutto diversa da come lo vediamo oggi, fiero risultato del rimaneggiamento da parte di Adriano (che ha lasciato però la vecchia iscrizione della facciata creando non pochi problemi agli archeologi); è un capolavoro di ingegneria che è arrivato fino a noi per essersi saputo adattare ai tempi, e diventare di buon grado chiesa per salvare la pelle, il marmo e il calcestruzzo (come si dice, la sopravvivenza val bene una messa). Ci ha messo le mani pure Bernini realizzando i campanili )che, poco carinamente, avevano definito orecchie d'asino) demoliti nel 1883, e ospita oggi le tombe di celebri artisti: so che tutti pensate al solo Raffaello, ma accanto a lui c'è anche Annibale Carracci, che ha rivoluzionato la pittura del Seicento e meriterebbe un'attenzione in più. E addirittura dormono qui re e regine d'Italia. Però ogni volta che entro al Pantheon sento sempre la stessa domanda, sussurrata a mezza bocca o proclamata senza pudore: ma quando piove, l'acqua ci entra nel buco?