Gli occhi e le mani

Tra mille capolavori, c'è un quadro a palazzo Barberini che mi è sempre piaciuto da matti. L'autore è Giovanni Serodine...chi??? Semplificando fino ad arrivare all'osso, Serodine è un caravaggesco attivo a Roma nella prima metà del Seicento al quale Wikipedia dedica poche righe di biografia. Per Longhi era invece "il più forte pittore di Rome"; ecco, questa seconda definizione non va probabilmente molto lontano dalla realtà, e lo si potrebbe dire anche solo per un dipinto, l'incontro di san Pietro e san Paolo, quello che mi piace da matti e che è conservato, appunto, a palazzo Barberini. I due santi, perfettamente coscienti di quello che sarebbe stato da lì a poco il loro destino, si guardano per l'ultima volta. E in quello sguardo, in quegli occhi che si fissano c'è tutto, il detto e l'indicibile, la paura, la consapevolezza e la sicurezza, la speranza di un'altra vita, il dubbio che forse quel momento supremo farà male. Ma c'è un particolare in più che, persa in quello scambio di sguardi non avevo mai notato: Pietro e Paolo si tengono per mano. Coraggio, sembrano dirsi, forse ci rincontreremo.