Raffaello pittore divino

Quando il 6 aprile 1520 Raffaello morì all'improvviso ci fu chi giurò di aver sentito la terra tremare sotto i piedi. Sì, perché il pittore era ormai diventato per tutti una divinità immortale, un re Mida che trasformava in oro tutto quello che toccava, talmente abile col pennello da rendere presentabile perfino Fedra Inghirami, notoriamente affetto da un evidentissimo strabismo. A Raffaello bastò farlo guardare in alto, dagli un aria da letterato in cerca di ispirazione per nascondere in parte il difetto. 

Un portento della pittura, un fuoriclasse del ritratto, ma non solo: Raffaello fu architetto (anche della fabbrica di san Pietro), soprintendente alle antichità e raffinatissimo studioso dell'antico, ma soprattutto amante delle belle donne: il suo ritratto più enigmatico è la Fornarina: chi è quella ragazza tanto sfrontata? È veramente la figlia di un fornaio di Trastevere? O la moglie di Agostino Chigi? Oppure una cortigiana? E se fosse semplicemente Venere? Adesso sta a noi decidere di chi sono questi occhi.