Il chiodo fisso

Non si è mai in errore quando si dice che la storia è fatta di corsi e ricorsi: chi avrebbe pensato che nel 2020 ci saremmo ritrovati a parlare di epidemie e quarantene? E invece ci ritroviamo a ripercorrere nei secoli le grandi pandemie che hanno coinvolto questo povero mondo: dalla peste nera del Trecento a quella narrata da Manzoni, dalla temibile spagnola fino al nostro Covid19. Naturale che anche l'arte sia stata nel corso dei secoli specchio di quello che è stato: a san Lorenzo in Lucina per esempio c'è un dipinto di Carlo Saraceni, caravaggesco della prima ora, che attorno al 1613 lavora ad una grande tela che vede come protagonista san Carlo Borromeo che predica di fronte al sacro chiodo. Il fatto è noto: dopo il buon esito che ebbe l'ostensione del chiodo della croce di Cristo durante la pestilenza che colpì Milano nel 1576, il santo decise di riproporre la processione ogni anno. Il dipinto rappresenta proprio il momento in cui, prelevata la reliquia dal suo reliquario, i canonici del Duomo di Milano si affaccendano per issare la croce (che in realtà era più piccola di quella mostrata nel quadro) e portarla così in giro per le strade meneghine.