Ooooohmmm

Sogno di essere flessuosa, di salutare il sole ogni mattina e andare in giro con i leggings e il tappetino sotto il braccio senza sembrare una appena scappata di casa...così, periodicamente, mi faccio tentare da chi mi invita ad una lezione di yoga. Questa volta però decido di viziarmi con un posto davvero, ma davvero bello, e un po' mi sembra di essere a Tribeca: in realtà sono a Trastevere, in via dei Fienaroli, e la cosa se possibile mi piace ancora di più. Dunque, qui c'è uno dei centri di Ryoga, che hanno - mi racconta la mia amica - una gran varietà di lezioni e orari, così tutti possono trovare la propria pratica preferita, e il momento migliore per frequentare i corsi. Ma è ora di cominciare: preso un tappetino (l'insegnante mi fa subito notare di averlo steso al contrario, cosa che non depone affatto a mio favore) comincio con semplici esercizi di respirazione. Facile, penso, vuoi vedere che questa volta riesco a seguire tutta la lezione? Ed ecco il primo sbaglio: dopo qualche minuto, la nostra eterea guida si torce su se stessa manco fosse uno straccio bagnato e ci invita a fare altrettanto, poi si tira su in perfetta verticale reggendosi - credo - sui soli mignoli, o comunque su una minima porzione di corpo, poi ci invita a mantenere l'equilibrio su un piede per un tempo che mi sembra infinito, e quindi ancora in equilibrio, ma girati verso destra (e poi verso sinistra). Ed il bello è che tutti, anche quelli che a inizio lezione mi sembravano insospettabili, eseguono gli asana alla perfezione. Tutti tranne una, ça va sans dire, per cui ho avuto modo di osservare bene gli altri...a fine lezione mi sembra comunque di essere passata da una centrifuga industriale, e a poco serve la tisana che gentilmente è messa nostra a disposizione. Ma non è tutto: la mattina dopo, nonostante abbia eseguito effettivamente solo il 10% delle posizioni proposte, riesco a malapena a infilarmi la scarpe senza urlare di dolore. Rinuncio allora, metto una pietra sopra? Macché, ho deciso di iscrivermi!