Ponte dell'Angioli

Oggi tanto casco dentro una poesia di Mario dell'Arco (che poi è l'architetto Mario Fagiolo): nato a via dell'Orso nel 1905, inizia ben presto, come raccontò lui stesso, a scrivere in romanesco  “una favella che suona dolcissima sulle labbra di mia madre: mi offre in un piatto d'argento il vocabolo ghiotto, la similitudine colorita, l'iperbole pingue” (wikipedia docet). Al suo attivo una cinquantina di libri...e io ho appena cominciato a scoprirlo! Ecco i dolci e divertenti versi dedicati a ponte sant'Angelo: 

È cascato pe' sbajo sopra ar Tevere.

L'angiol, boni boni, 

se so' appollati su li murajoni;

e de guardia a l'imbocco

ce stanno li capoccia de la nave:

san Pietro co' la chiave, 

san Paolo co' lo stocco. 

Sotto ar sole, san Pietro corre er rischio

de scottasse la coccia, 

e un ber giorno se scoccia: soffia drento a la chiave e manna un fischio.

Qui san Paolo, deciso, 

aja la corda all'ancora;

e l'angioli, ar segnale, apreno l'ale

e riporteno er ponte in Paradiso.