La fortuna di Luca

Nelle vite di Vasari di lui si legge: "fu ne’ suoi tempi tenuto in Italia tanto famoso e l’opere sue in tanto pregio, quanto nessun altro in qualsivoglia tempo sia stato già mai"...uno pensa allora a Michelangelo, o Raffaello, al massimo Botticelli. Ma a chi può mai venire in mente Luca Signorelli? Sì, perché in fondo l'artista di Cortona è oggi roba da amateur, artista di nicchia, citato la maggior parte delle volte solo per far sfoggio di erudizione. E invece pare proprio che Luca tenne banco nell'arte italiana tra Quattrocento e Cinquecento...certo, basterebbe fare un salto nella cappella di san Brizio del duomo di Orvieto per accorgersene. Per chi invece ha in programma di non muoversi da Roma, o nella capitale venire a trascorrere qualche giorno, la mostra dei musei Capitolini costituisce una valida (anche se parziale) alternativa: Luca Signorelli e Roma. Oblio e riscoperte (fino al 3 novembre) vuole giustamente rivalutare un artista al quale la Fortuna ha ad un certo punto voltato le spalle: chiamato a Roma per lavorare al cantiere della cappella Sistina, pare tornò in città nel 1507, forse per lavorare all'appartamento vaticano di papa Giulio II. Si tratta delle cosiddette stanze di Raffaello perché poi il maestro d'Urbino, su indicazione dello stesso pontefice, fece piazza pulita di tutto quello che era stato realizzato precedentemente per far posto ai suoi affreschi...sic transit gloria mundi. Il povero Luca, caduto nel dimenticatoio per secoli, riemerge tra XIX e XX secolo. Approfittiamo allora di questa piccola mostra per recuperare il tempo perduto, e riconoscere in Luca uno degli artisti più importanti della sua epoca.