"Antonio Canale, veneziano, pittore di prospettive
riputatissimo. [...] Da pochissimi degli antichi, e da nessun de'
moderni fu eguagliato nell'arte di copiare e contrafare con tanta perfezione la natura ed il vero" sono parole del pittore veronese Pietro Guarienti, che fu anche il primo biografo di quell'artista che più di altri ha contribuito a rendere la veduta un genere apprezzatissimo da committenti e collezionisti. E, in effetti, se si pensa ad una veduta di città, non si pensa ad altri che a Canaletto: al pittore veneziano, nel 250esimo anniversario della sua morte, il museo di Roma dedica una bella mostra aperta fino al 19 agosto. Canaletto a Roma? Eh sì, perché il pittore fu nell'Urbe tra il 1719 e il 1720, e rimase impressionato dalla città antica, che continua a riproporre in vedute e capricci (entrambe contese dai collezionisti di mezza Europa) fino agli anni '40 del secolo. In mostra 42 dipinti, 9 disegni, 16 libri e alcuni documenti d'archivio che testimoniano l'intera carriera di questo instancabile ritrattista di città.