La passione di Artemisia

Artemisia Gentileschi Giuditta decapita Oloferne, 1617 Olio su tela, 159x126 cm Napoli, Museo di Capodimonte © Museo e Real Bosco di Capodimonte - su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Artemisia Gentileschi Giuditta decapita Oloferne, 1617 Olio su tela, 159x126 cm Napoli, Museo di Capodimonte © Museo e Real Bosco di Capodimonte - su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Oggi parliamo di un pittore vero, di un pittore con gli attributi...di un pittore che è in realtà una pittrice. Ma perché relegarla nell'ambito del genere, e meravigliarsi di come, seppur donna, sia stata capace di creare certi capolavori? No, Artemisia, nonostante la sua vicenda personale sia stata quella, difficile e dolorosa di molte donne sue contemporanee (e non solo) non è una donna pittrice, ma semplicemente artista. Ne è la riprova la mostra che ha appena aperto a palazzo Braschi (fino al 7 maggio), Artemisia Gentileschi e il suo tempo, che accompagna il visitatore in un vero e proprio viaggio nell'arte del XVII secolo e nella carriera di Artemisia, dagli inizi accanto al padre Orazio al trasferimento a Firenze, dal ritorno a Roma ai viaggi a Napoli e Londra. In mostra alcuni capolavori, come la Susanna e i vecchioni di Pommersfelden o la Giuditta e Oloferne di Napoli (quello nella foto, che però arriva a Roma solo da febbraio), accanto a opere di artisti suoi contemporanei, dal Cigoli a Carlo Saraceni, da Simon Vouet allo Stanzione. Insomma, da non perdere.