Via Tasso 145

foto museodellaliberazione.it
foto museodellaliberazione.it

Oggi vi parlo di un museo che tutti a Roma dovrebbero vedere, almeno una volta. No, non è il Colosseo, non sono i musei Capitolini o i musei Vaticani, Né la Galleria Borghese, o tantomeno il Maxxi. No, oggi, visto che è il 25 aprile, parliamo del museo della Liberazione. Siamo in via Tasso 145-155, in un edificio che negli anni ’40 era affittato dall’ambasciata tedesca e che dopo l’8 settembre diventa una prigione nella quale furono detenuti, interrogati e torturati circa duemila tra uomini e donne. Tra loro partigiani, militari e comuni cittadini: molti – per fortuna – quelli che ne uscirono vivi, che riuscirono a dare testimonianza di ciò che accadde nelle celle buie ed anguste di quell’appartamento, molti – purtroppo – furono quelli che morirono in quella prigione improvvisata, o quelli che vennero fatti uscire da qui solo per finire trucidati alle fosse Ardeatine…tra loro il generale dell’aeronautica Sabato Martelli Castaldi che, nei giorni di prigionia, riuscì comunque a scrivere alla moglie: “penso che la sera in cui mi dettero 24 nerbate sotto la pianta dei piedi, nonché varie scudisciate in parti molli e cazzotti di vario genere. Io non ho dato loro la soddisfazione di un lamento, solo alla 24° nerbata risposi con un pernacchione che fece restare i manigoldi come tre autentici fessi. Quel pernacchione fu un poema! Via Tasso ne tremò e al fustigatore cadde di mano il nerbo. Che risate!”. Ecco, visitiamo il museo della Liberazione per sentire anche, in mezzo a tante lacrime e urla di dolore, le risate beffarde del generale.