Curioso destino quello dei due poeti più amati e più noti di Roma, Belli e Trilussa, che lasciano questo mondo nello stesso giorno, il 21 dicembre, ma nel 1863 Belli e nel 1950
Trilussa. Qui un piccolo promemoria su vita e opere di entrambi. Non sarà completo, ma si dovrà pur cominciare...
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piccoli scrittori crescono. Sia Belli che Trilussa esordiscono prima dei vent'anni: nel 1805 un quattordicenne Belli, nel 1887 - a sedici anni -
Trilussa pubblica il suo primo sonetto;
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grandi numeri. Entrambi hanno scritto una strabiliante quantità di versi. In particolare, di Belli si contano qualcosa come 2279 sonetti, quasi
impossibile provare a tenere il conto di rime, poesie, componimenti vari e articoli
di Trilussa;
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uomini e bestie. Ommini e bestie è il titolo di una delle raccolte di Trilussa, ma ci dà anche qualche indizio sulla poetica di entrambi:
mentre Belli ha come unico punto di riferimento l'uomo (e in particolare il popolino romano, tanto che lo stesso autore scrive: "Io ho deliberato di lasciare un monumento di
quello che oggi è la plebe di Roma"), Trilussa, come nelle favole di Esopo o La Fontaine, attribuisce agli animali vizi e virtù degli uomini;
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monumenti. Sia Belli che Trilussa possono vantare una piazza a loro intitolata, entrambe su quel lato di Trastevere che guarda verso il fiume. Quello
di Belli, che sembra sorvegliare l'inizio di viale Trastevere, venne realizzato nel 1913 da Michele Tripisciano; quello di Trilussa, che sorveglia le bevute di romani e turisti nella piazza
di fronte a ponte Sisto, venne aspramente criticato dai contemporanei (sul settimanale Il travaso delle idee compare un sonetto che esordisce così: "pover'amico mio, chi t'ha
stroppiato? Tu che vivo parevi un monumento, ner monumento pari un disgrazziato, tu ch'eri tanto bello, fai spavento")
- Verano. I due poeti sono entrambi sepolti, ahimè dimenticati da tutti, al cimitero del Verano.