Apollo a Tor di Nona

Passeggiando sul lungotevere di fronte a castel sant'Angelo si nota ad un certo punto una monumentale iscrizione che recita più o meno così (non la riporto tutta, anche perché è abbastanza lunga): "il teatro Apollo sulle pietre dell'antica torre Orsina a fasti e glorie d'arte musicale aprì le dorate scene [...] qui dove sul teatro demolito passa l'antica strada romana il genio di Giuseppe Verdi affida l'eterna melodia canora all'aria al sole al cuore umano". Partiamo da lontano, dal 1410, quando la torre di proprietà della famiglia Orsini, proprio a ridosso del fiume, venne adibita a carcere che ospitò, tra gli altri, Benvenuto Cellini (uno che di carceri se ne intendeva, avendo frequentato anche quelle di castel sant'Angelo) e Beatrice Cenci. Luogo sudicio e malsano, interessato periodicamente dalle piene del Tevere (in qualche occasione morirono gli stessi detenuti, senza scampo all'interno delle celle). La storia del luogo cambia radicalmente alla fine del Seicento quando, per espressa volontà di Cristina di Svezia, venne costruito un teatro al posto della prigione. Ricostruito nel 1733 e ancora, con il nome di teatro Apollo, nel 1795, fu al centro della vita culturale romana per quasi un secolo: qui vennero ospitate le prime rappresentazioni de Il Trovatore e di Un ballo in maschera di Verdi, sempre osannato dal pubblico. Alla fine dell'Ottocento tuttavia, per far spazio ai muraglioni del Tevere, il teatro venne demolito senza troppi patemi d'animo...e a noi resta solo la targa.