La chiesa nella valle

Rispetto a come la vediamo oggi, l’area è cambiata totalmente: aperto alla fine dell’Ottocento corso Vittorio Emanuele, così come corso del Rinascimento, arrivata addirittura nel 1957 la fontana che oggi sta davanti alla facciata (in origine era in piazza di Scossacavalli, andata perduta assieme alla spina di Borgo quando venne costruita via della Conciliazione). Quando sant’Andrea della Valle venne costruita, tra il 1590 ed il 1650, non c’era niente di tutto questo, ma un piccolo avvallamento del terreno nel quale si raccoglievano le acque che scendevano dal Quirinale. Ci vorranno i Teatini, titolari della chiesa, a nobilitare l’area, con la costruzione di sant’Andrea della Valle (il nome ricorda proprio quella depressione del terreno), affidata a Giacomo della Porta e provvidenzialmente finanziata dal cardinale Alessandro Peretti Montalto, nipote di Sisto V desideroso di legare il suo nome ad una delle grandi fabbriche romane. Stilisticamente la chiesa, all’interno come all’esterno, richiama da vicino l’architettura della Controriforma ben rappresentata dalla Chiesa del Gesù, con un interno a navata unica sulla quale si aprono le cappelle laterali, grande abside e cupola monumentale (opera del Maderno, è la seconda più alta di Roma dopo quella di san Pietro). La decorazione interna segue la rivalità di due grandi pittori del Seicento, Domenichino e Lanfranco: mentre al primo, tra gli esponenti maggiori della cultura classicheggiante del tempo, verranno affidati gli affreschi dal catino absidale e i quattro pennacchi della cupola, al secondo, più incline a certi effetti illusionistici anticipatori del barocco, sarà commissionata la decorazione della cupola, che con la sua gloria del Paradiso può di certo dirsi uno dei primi, e dei migliori, esempi del barocco in città. La differenza tra i due, guardando in alto nella chiesa, è evidente…voi chi preferite?