La foto di ieri mostrava il grandioso affresco barocco della chiesa di sant'Ignazio a Roma, opera del gesuita Andrea Pozzo, uno dei maestri dell'illusionismo prospettico barocco che all'interno della chiesa si è davvero sbizzarrito, autore com'è della maggior parte della decorazione interna (che i gesuiti preferivano affidare a membri dell'ordine, in modo da non dover spiegare a qualche fastidioso artista estraneo ai fatti tutta la storia del loro fondatore Ignazio). Ecco allora che padre Pozzo dipinge presbiterio, navata centrale e...cupola. Sant'Ignazio è in effetti una delle poche chiese barocche romane a non avere cupola: troppe lungaggini nella costruzione, vicini ingombranti (nello specifico i domenicani di santa Maria sopra Minerva) che si oppongono, neanche fosse una riunione di condominio, ad una costruzione che avrebbe loro ombra (letteralmente e metaforicamente) sono in egual misura responsabili di questa mancanza. Fortuna - o Provvidenza, come è facile pensare in questi casi - volle che Andrea Pozzo fosse uno studioso, uno specialista dell'arte della prospettiva, tanto da dedicarle anche un trattato: cosa poteva esserci di meglio che non affidare a lui la complicata soluzione del problema? Ed ecco allora che, se la cupola non si può costruire, almeno si può far finta che ci sia, dipingendola su di una tela e creando così un'illusione perfetta che si apprezza al meglio in un solo punto della navata centrale, segnato da un disco in marmo giallo. Spostandosi anche solo di mezzo metro, l'illusione svanisce...