Chiusi a chiave

Tradizionalmente, almeno in epoca moderna, siamo portati a considerare il conclave e la cappella Sistina come una sola cosa, tanto che risulta difficile riuscire ad immaginarlo in un altro luogo. In realtà nel corso dell’Ottocento le cose cambiano, e non poco, tanto che il primo conclave del secolo, quello che porta Pio VII al soglio pontificio, si svolge addirittura a Venezia. Nel 1823, per l’elezione di Leone XII, si torna a Roma ma, invece di chiudersi in Vaticano, i cardinali votano nella cappella Paolina del palazzo del Quirinale, che all’epoca ancora era residenza pontificia. E così sarà per i conclavi che eleggeranno Pio VIII, Gregorio XVI e Pio IX, l’ultimo papa re, l’ultimo eletto sul Colle. Una testimonianza preziosa è fornita da Stendhal, che racconta il momento in cui la folla, assiepata davanti al palazzo, si rendeva conto dell’avvenuta elezione (a segnalarlo non la classica fumata bianca, ma l’abbattimento di un muro in mattoni che veniva costruito per chiudere l’affaccio sulla piazza dal balcone principale): “è impossibile descrivere l’empito di gioia e di impazienza che d’un colpo ci ha tutti agitati quando una prima, piccola pietra si è staccata dalla finestra murata sul balcone. Tutti gli occhi erano fissi lassù. Un urlo immenso ci ha rintronato nelle orecchie. L’apertura si è ingrandita rapidamente: in pochi minuti la breccia era abbastanza larga da permettere di affacciarsi al balcone”. Da lì a poco il passo è breve ed il papa appena eletto si sporge dal balcone per benedire tutti quelli che lo aspettano.