Roma dopo il temporale

Chi l’ha detto che solo il centro storico di Roma è bello? Pasolini, con i suoi Ragazzi di vita, descrive qui tutta la bellezza delle periferie.

 

Era la domenica dopo mattina. Tutto il bel paesaggio che si poteva godere dall’autobus di San Basilio, nel lungo pezzo di strada senza fermate da Tiburtino a Ponte Mammolo, pareva fosse formato da tanti meravigliosi pezzi immersi nell’azzurro del cielo, da lì, sotto la scarpata, fino ai monti di Tivoli, che, svaniti contro un po’ di vapore, circondavano le campagne tutte punteggiate d’alberi, ponticelli, orti, fabbriche e case.

Per la Tiburtina, rasentati dall’autobus che in quel punto si lanciava ai sessanta con gran fracasso di vetri e di ferraccio, si vedevano passare solo a tratti, pigri e chiassosi, dei giovanotti vestiti a festa, a piedi o in bicicletta, o dei gruppi di ragazze. Tutto pareva verniciato a fresco, dopo la pioggia della sera prima, pure l’Aniene che, con la sua curva tra i campi, le distese di canne, le catapecchie, si snodava per i Prati Fiscali giù verso Monte Sacro.